C'è
chi sfreccia in moto a 200 all'ora aspettando che rabbia,
frustrazione, dolore o Dio sa cos'altro vengano trascinati via dalla
velocità, c'è poi chi si abbandona a canti stonati a squarciagola,
o fa manbassa di cioccolato.
Io, per sgomberare la mente da ogni
pensiero, trovo il giusto conforto solo abbandonando il mio essere
alla libertà di uno spazio aperto: contemplazione della natura come
liberazione ed evoluzione, credo ne abbia già parlato qualcun'altro
prima di me... D'altronde devi essere ben motivato per scendere le
centinaia di scalini ed arrivare alla spiaggia di Santa Caterina,
altrimenti perché fare quella faticaccia?
Solite storie del cazzo,
inutili problemi come mille altri, banali, forse pure stupidi... Ma
non per questo meno dolorosi, terribili, angoscianti, folli e
disperati. Spesso è la vita stessa, a volte indulgente ed altre
troppo severa, che per la sua natura intangibile ed inevitabile non
sempre ti permette di capire quanto un dolore sia doloroso né, tanto
meno, perché, come o cosa tu stia vivendo.
Onestamente a volte ho
pure il dubbio sul quando, ma forse son cose strettamente personali.
Poldo, così chiamo l'enorme masso che campeggia al centro della
spiaggia, è sempre stato capace di trasmettermi conforto, stabilità:
lui, caduto da chissà dove su quelle cocole... non so più
quante volte mi sia stato d'aiuto, assestando la mia rotta, vaga e
tenebrosa, in vari melanconici tramonti
Si, sono melodrammatico.
Fottutamente romantico e melodrammatico.
Così, rimbambito
dall'ossessivo rimuginare, mi son fiondato giù per gli scalini,
fagocitandoli velocemente, quasi i miei pensieri mi inseguissero per
colpirmi violentemente, tramortirmi, uccidermi. Cosa, in fondo, non
del tutto sbagliata.
Senza le mie turbe non avrei sceso quegli
scalini, e comunque se fossero state più lievi magari mi sarei reso
conto in tempo della colluttazione che avveniva solo poco sotto di
me, del tizio che veniva strangolato e tutto il resto.
Ma invece me
ne son reso conto troppo tardi, pietrificandomi alla vista della
scena ormai conclusa, proprio mentre l'assassino, resosi conto della
mia presenza, si fiondava verso di me.
Poi le solite cose, una
fottuta paura di morire, ti giri e scappi più veloce che puoi, ma
l'imperizia della fretta, la cattiva gestione comunale ed un po' di
muschio sui gradini di cemento e sei qualche metro più giù con la
testa spaccata...
Respiro piombo.
Ancora un attimo... invio.
Prenditiprego. Prenditiprego. Prenditi...