mercoledì 13 giugno 2007

La Storia di Chiara

Chiara non era bella, non possedeva alcun tipo di fascino. Era un dato di fatto, non stupide supposizioni, inutili pensieri nati dai momenti di tristezza e sbattimento, era semplicemente la realtà dei fatti: le bastava ripensare ai tempi delle medie, di come la sua vita pareva uguale a "Tapparella" di Elio e le Storie Tese, a quando, durante canzoni come "I Don't Want To Miss A Thing", si ritrovava sola, in disparte, in compagnia di altri cessi come lei. Dio solo sa quanto ha odiato quella canzone.
La gioventù, si sa, è tempo di stupidaggini e di sofferenze, così la nostra piccola Chiara non trovò altro da fare, data la sua scarsa capacità intellettuale e la sua bruttezza fisica, che coltivare quelle poche passioni che aveva, i fumetti, la musica ed il calcio. Ciò le donò delle muscolose braccia (suonava la batteria nei "
Black Revolver", la band che aveva fondato con gli amici Rocco e Paolo, in parole povere tre sfigati nerd che avevano la presunzione di emulare i Nirvana) e delle ancor più muscolose gambe, oltre ad un ricco vocabolario di parole straniere ed incomprensibili. Per quanto riguarda il lato dei fumetti c'è chi dice che Masakazu Katsura abbia dato ai giovani un sogno, abbia regalato una speranza; per Chiara quella speranza si trasformò dapprima in un incubo, poi in una sconcertante delusione.
Così passò la prima e la seconda superiore a cercare l'amore perfetto, ad allenarsi alla batteria ed a giocare a calcio, in terza decise di accontentarsi di un amore vero, che però troppo tardi si rese conto esserle non di conforto, come se fosse irreale, certamente non come lei aveva desiderato. Alla fine del terzo anno lasciò il suo ragazzo e dopo qualche tempo pure la band, così da divenire al quarto anno un tutt'uno col suo amato pallone da calcio, che prontamente abbandonò al quinto, diceva, perchè convinta le deformasse le gambe, rendendo i suoi polpacci enormi, facendola apparie ancora più brutta; anche se i più cattivi dicevano che avesse mollato in seguito ad una cocente sconfitta della sua squadra. Così si ritrovò al quinto anno senza più interessi, senza uno straccio di ragazzo, senza gli amici della band che aveva abbandonato con un enorme senso di inadeguatezza e di solitudine, ed in più col fardello degli esami alle porte. Si, in parole povere era una normalissima adolescente, e come tutte le ragazze disilluse della sua età finì per iniziare in tutti i modi a far fiorire il suo
brutto corpo fasciandolo di vestiti audaci, pittandosi il volto e facendo ogni sorta di piedimanifacciacure ammorbandosi di cerette, creme, smalti e quant'altro convogliando quel suo spirito salutista da giocatrice provetta in un'opposta ricerca di autodistruzione alcolica. Eppure... Eppure forse quell'agghindarsi era servito a qualcosa, i bei ragazzi, i ragazzi che le piacevano finalmente avevano iniziato a lanciarle qualche sguardo amoroso, qualche occhiata maliziosa e iniziarono i primi flirt...
Si, in quinta Chiara non suonava più nella band, non giocava più a calcio e si accontentava di qualunque quarto di bue (ma anche di fettine, petti di pollo o quant'altro) potesse capitarle, consolata da un buon boccale di birra quando poi la carne svaniva e lei del lauto pasto sentiva solo un gran vuoto... Per carità col suo ragazzo del terzo anno aveva già fatto tutto, e si era pure trovata bene all'epoca, non viveva la situazione da vittima, era una donna matura e se ciò che le capitava era solo sesso occasionale era comunque qualcosa di piacevole! Anzi probabilmente era meglio in quel modo, così poteva essere pronta per il suo vero amore, poteva cercarlo pian piano conoscendo nuovi ragazzi, d'altronde se ti rinchiudi in te stessa, se non conosci gente e non ti concedi agli uomini che ti piacciono dove credi di arrivare al giorno d'oggi? Che manco fai in tempo ad acchiapparlo che già arriva la prima troietta di turno ad aprire le gambe e portartelo via...
Chiara a quei tempi trovava la felicità nelle piccole cose, come ad esempio quando Marco le regalò quel piccolo ciondolo, alcuni giorni dopo che l'avevano fatto per la prima volta, e poco prima che lo rifacessero nella sua candida Yaris blu; non sapeva che fine avesse fatto, ricorda solo che dopo un paio di volte che si erano "rivisti" le mandò un'altro mazzo di fiori, per poi non più farsi sentire...
Carlo invece le aveva regalato un ciondolo a forma di sole le era sembrato un ragazzo così dolce, finchè non vide quante altre ragazze avevano un ciondolo come il suo.
Poi c'è pure stato quello stupido di Giovanni. Ah, per lui la storia è lunga... Era un amico del fidanzato di Vera, una sua cara amica che faceva parte di un'associazione giovanile nella quale misteriosamente pian piano riuscì a coinvolgere tutte le sue amicizie e quindi anche Chiara stessa. Chiara non apprezzò Giovanni quando lo conobbe, era cicciottello, aveva poco rispetto per se, era un nerd verginello ed ansioso, non aveva alcun tipo di charme ed era troppo esaurito per poter destare qualunque tipo di attenzione. E perdipiù era molto attratto da lei, cosa che lo rendeva ancor più insopportabile, anche perchè non faceva mistero di questa attrazione decantandola a destra ed a manca, chiedendole il numero innumerevoli volte, cercando sempre un pretesto per avvicinarla, poi per fortuna arrivò la maturità, l'estate, il viaggio a Mikonos con le amiche e l'università, dove si mise con Nicola, un bel biondo che pareva apprezzare quelle sue gambe sode seppur un pò tozze. Erano sempre assieme, nuovi amici, nuovi giri, nuove esperienze. Durò sei mesi, poi finì ed assieme all'amore Chiara sentì scomparire dal suo corpo pure la vita. I suoi genitori le chiesero mille volte cosa le fosse successo ma lei non aveva il coraggio di spiegar loro di Nicola, di come era rimasta incinta, di come avesse dovuto abortire nel silenzio e di come lui per tutta risposta fosse uscito velocemente dalla sua vita. Rimase ferma un intero anno per gli studi, ma almeno in quel periodo trovò la forza di andare grazie alle vecchie amicizie, ritornando a frequentare l'associazione e ritrovandosi nuovamente quel beota davanti agli occhi...